Mentre la rete 4G/LTE non ha ancora espresso tutto il suo
potenziale, stanno per arrivare le reti di quinta generazione e con
esse numerosi dubbi e perplessità sul reale potenziale per i
consumatori. Ericsson, una delle compagnie impegnate nella
realizzazione delle reti di nuova generazione, ha realizzato uno
studio che prova a fare maggiore chiarezza sulla situazione.
Lo studio è stato condotto con una serie di
interviste online che hanno interessato circa 35.000 utenti, ubicati
in 22 diversi Paesi. L’età degli intervistai varia dai 15 ai 69 anni
e secondo
Ericsson
è sufficientemente rappresentativa da indicare le opinioni di circa
un miliardo di persone.
La compagnia ha inoltre raccolto opinioni
considerate rilevanti attraverso dei focus group tenuti a New York,
Londra e Seoul. Si tratta di
early adopters,
utenti abituati a testare le nuove tecnologie e quindi consapevoli
di quello che possono portare le reti 5G.
Infine sono stati
intervistati 22 dirigenti di compagnie quali operatori telefonici,
produttori di smartphone e chipset, startup e accademici, per avere
un quadro d’insieme più completo.
Sulla base di questi dati
Ericsson
ha provato a sfatare i quattro miti più diffusi sulle reti 5G,
portando alcuni dati attuali e riassumendo le aspettative degli
utenti. Vediamo di scoprire quali sono i falsi miti, mentre per
un’analisi completa delle aspettative vi rimandiamo allo studio
completo, disponibile a
questo indirizzo.
Mito 1: Non ci saranno benefici
immediati per gli utenti finali
Gli utenti in realtà
si aspettano un netto miglioramento delle prestazioni negli ambienti
urbani, riducendo i congestionamenti di rete e maggiori opportunità
per le reti domestiche.
Ecco perché gli
utenti vorrebbero che il 5G fosse attivato inizialmente nelle mega
città, più soggette a questi problemi.
Metà degli utenti in
Corea del Sud e in Australia, e il 40% degli utenti USA, sostengono
che le reti mobili non sono sufficientemente veloci, e che il 5G
potrebbe migliorare la situazione.
Mito 2: Non ci sono casi di utilizzo
reali, né un prezzo premium
Nella realtà gli
intervistati auspicano che entro 2-3 anni vengano lanciati numerosi
servizi legati al 5G, e il 67% si dichiara pronto a pagare per
queste novità.
Negli USA, dove è
ancora molto diffusa la TV via cavo, la speranza è che i servizi di
streaming possano garantire maggiore libertà, i cinesi vorrebbero
una casa completamente connessa in 5G e i sud coreani vorrebbero
poter fare i propri acquisti in realtà virtuale.
Gli utenti di
telefonia mobile sono disposti, secondo il report di Ericsson, a
pagare dal 20 al 30% in più per una connessione 5G, e non solo per
una maggiore velocità.
Mito 3: Solo gli smartphone sono
interessati al 5G
Nella realtà gli
utenti pensano che gli smartphone, nella loro forma attuale, non
siano in grado di sfruttare appieno la tecnologia 5G.
Molti si aspettano
l’avvento degli schermi pieghevoli, di proiettori olografici e
fotocamere a 360 gradi, come requisiti minimi per gli smartphone5G.
Secondo la metà
degli intervistati inoltre gli smartphone continueranno a esistere
ma entro cinque anni saranno quasi completamente soppiantati da
occhiali intelligenti con realtà aumentata.
Mito 4: Gli schemi attuali di
utilizzo predicono la domanda futura
Secondo i
consumatori interessati dall’intervista, i consumi in termini di
traffico dati cresceranno esponenzialmente, in particolare quelli
legati a contenuti video, sia in mobilità sia in casa, con
dispositivi in realtà virtuale/aumentata. Secondo molti utenti il
consumo mensile raggiungerà i 200 GB al mese con le nuove reti,
mentre per molti i robot e le auto connessi diventeranno quasi una
necessità.
Ovviamente i dati
vanno presi per quello che sono, riferiti a un piccolo campione e,
oggettivamente, effettuati da una compagnia con forti interessi in
questa tecnologia.
Ciononostante è
interessante vedere quale è la percezione degli utenti, almeno di
quelli più inseriti nella tecnologia, in merito alle reti 5G.
Segnaliamo che gli
utenti italiani non si aspettano di vedere in funzione le reti 5G
prima di 18 mesi.
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