Amplificare le paure della gente aiuta i politici che
possono proporsi come nuovi capi branco.
Ultimamente si sono utilizzati eventi di cronaca, sempre
avvenuti e che presumibilmente sempre si determineranno, per
amplificare il senso di insicurezza della popolazione
e vendere il “prodotto paura”.
In
realta’
i
reati più efferati in Italia sono in costante diminuzione,
ma eccitare gli animi verso nemici costruiti a tavolino
permette di tenere l’attenzione su aspetti marginali per
lasciare libertà di azione su settori che invece interessano
la gran parte dei cittadini.
Per
questo motivo invece di discutere dei debiti che come Paese
stiamo facendo e che, inevitabilmente, ricadranno sui nostri
figli, si parla di castrazione chimica.
Si
tratta di una pratica per cui un soggetto che avverte
pulsioni sessuali distoniche col proprio ragionamento
accetta di assumere con continuità alcuni farmaci per
esercitare un controllo sulle fantasie e impulsi sessuali.
In
Europa solo alcuni Paesi, fra cui la Francia e la
Polonia, la prevedono ma solo su base volontaria. Serve,
per lo più, a chi venga condannato per reati sessuali a
ottenere uno sconto di pena.
Nella propaganda la castrazione chimica viene proposta come
semplice e risolutiva per molti reati. Nella realtà la
castrazione chimica sarebbe molto difficile da attuare.
Per
prima cosa ha effetti collaterali piuttosto rilevanti perché
accanto al ricercato calo della libido il soggetto potrà
avere accumulo di grasso corporeo, osteoporosi
grave, malattie cardiovascolari con aumento della
probabilità di infarto e aumentato rischio di alcuni tumori.
Costringere qualcuno è oltremodo difficile in quanto la
persona deve assumere alcune pillole o iniezioni tutti i
giorni. Ricordiamo che in Italia solo per periodi limitati,
di solito sette giorni, e per patologie che non permettono
al paziente di autodeterminarsi in quel momento si attua il
trattamento sanitario obbligatorio con somministrazione di
farmaci contro la sua volontà.
Queste pratiche mediche sono per il bene del malato che non
è in grado di comprendere, per via della sua sofferenza
psichiatrica come ad esempio allucinazioni e deliri, di
dover attuare cure.
Non
sono atti aggressivi per procurargli del male e quindi il
medico e gli infermieri sono convinti di stare facendo il
bene dell’assistito.
Nel
caso della castrazione chimica nessun medico o personale
sanitario accetterebbe di attuare atti contro la volontà
dell’interessato lucido e consapevole che gli procurano
gravi rischi per la salute. Si dovrebbe inoltre tenere il
soggetto ricoverato o in regime di detenzione.
Se
contro la volontà del soggetto, per le ragioni
precedentemente esposte, è praticamente crudele e inutile,
visto che sarebbe internato, per attuare la castrazione
chimica rimane solo la possibilità che venga richiesta su
base volontaria.
Chi
controllerebbe a quel punto se le pillole o le iniezioni
vengono realmente assunte? Nessuno è in grado di farlo. Se
si tratta di una pratica su base volontaria che bisogno c’è
di una legge? Nella mia esperienza di medico mi è capitato
un caso di un uomo che avvertiva impulsi sessuali verso i
bimbi e che, per contrastare queste pulsioni
inaccettabili, aveva iniziato con prescrizione medica ad
assumere farmaci anti-androgeni.
Dobbiamo infine ricordare che gli impulsi aggressivi sono
solo marginalmente correlabili ai livelli ormonali mentre,
per la maggior parte dei casi, sono in stretta relazione con
esperienze infantili e con l’educazione.
Possiamo affermare che parlare di castrazione chimica è una
sorta di fake news o meglio una falsa propaganda che serve a
creare un polverone per nascondere altri problemi.
|