CHI E’ PAOLO CIRINO POMICINO ?
Quisquilie e pinzillacchere:
· condanna
definitiva a 1 anno e 8 mesi per finanziamento illecito
(maxi-tangente Enimont),
·
patteggiamento di 2
mesi per corruzione (fondi neri Eni),
·
arresto per
estorsione,
· altri
39 processi finiti fra
prescrizioni, autorizzazioni a procedere negate, archiviazioni,
proscioglimenti e assoluzioni,
· fondamentale
contributo al boom della spesa e del debito pubblico negli anni
80-90.
La leggendaria “Tangente della
Madonna”.
Sullo
scorcio degli anni 80, alla vigilia di un intervento a cuore aperto
a Houston, l’allora ministro Dc Paolo Cirino Pomicino fa un voto
alla Vergine: se tutto andrà bene, aiuterà i piccoli ospiti del
Villaggio dei Ragazzi di don Salvatore D’Angelo, a Maddaloni.
L’operazione riesce perfettamente. Ma, anziché metter mano al
portafogli, chiama un noto costruttore, Francesco Zecchina, in lista
d’attesa per gli appalti del dopo-terremoto, e gli chiede di dare un
contributo di circa 100 milioni, in rate da 10 a Pasqua e 10 a
Natale, per cinque anni, a don D’Angelo.
Questo
racconta Zecchina al processo sulle tangenti per la ricostruzione
post-1980, poi caduto come sempre in prescrizione.
Paolo
Cirino Pomicino è fatto così: un mariuolo sveglio, pronto,
intelligente, spiritoso e spudoratamente creativo. Anche come
tangentaro.
Il
problema vero e’ Zingaretti.
Il “nuovo” segretario del “nuovo” Pd
ha incontrato il 79enne andreottiano all’hotel Vesuvio di Napoli e
gli ha strappato il prezioso sostegno per le Europee e le
Amministrative del 26 maggio.
Paolo Cirino Pomicino sostiene: “Se
io dico che mi oriento a votare per il Partito democratico, i miei
amici votano, per una parte, per il Partito democratico”. Aggiunge
anche: “Per entrare nel Pd, bisognerà ragionare”.
Cambi di casacca
del fenomenale partenopeo.
·
Dalla Dc passo’
nell’ordine:
·
in FI,
·
quindi in Democrazia
europea,
·
dopo nel Ccd,
·
ergo nell’Udeur,
·
poi nella Nuova Dc di
Rotondi,
·
altro passaggio: lista
Dc-Psi,
·
un salto nel Pdl,
·
poi nell’Udc,
·
e infine nei fittiani
di Noi con l’Italia e ora nel Pd.
Un po’ a destra, un po’ al centro,
un po’ a sinistra (si fa per dire).
Lui naturalmente è liberissimo di
riciclarsi e camuffarsi come e con chi vuole, purtroppo nessun
divieto per i cambi di casacca, come ben sappiamo.
Il bello è che trova sempre qualcuno
che ci casca. Il problema non è Pomicino che s’offre, ma il Pd che
se lo piglia.
Oltre a Paolo Cirino Pomicino
aggiungiamo, come se non bastasse, Franco Alfieri, detto Mr Fritture
di Pesce, indagato per voto di scambio politico-mafioso con la
camorra e candidato Pd a sindaco di Capaccio-Paestum. O
l’incredibile inciucio in Sicilia con Gianfranco Miccichè, già
braccio e naso destro di Marcello Dell’Utri. O gli scandali delle
giunte dem da Milano all’Umbria alla Calabria.
E pensare che Zingaretti era appena
riuscito a trovare un buon candidato per la circoscrizione Sud, non
solo incensurato, impresa già ardua nelle terre dei De Luca, dei
Pittella, degli Oliverio e degli Adamo, ma addirittura magistrato:
Franco Roberti.
Forse non sapeva che, trent’anni fa,
tra i pm che indagavano a Napoli su Pomicino, c’era pure Roberti. O
forse lo sapeva e ha pensato bene di riequilibrare quel tasso
eccessivo di legalità con un simbolo conclamato dell’illegalità.
Zingaretti, segretario di un partito che vuole rinnovarsi intorno ai
valori della sinistra dovrebbe, a mio parere, fare questo:
· domandarsi
dove ha sbagliato,
· chiedersi:
"cosa ho fatto di male per piacere tanto a Paolo Cirino Pomicino?",
·
rispondere “No,
grazie, come se avessi accettato”, chiedendosi, ad esempio, da dove
viene il suo pacchetto di voti, veri o presunti che siano, e per
giunta gratis,
· affermare
pubblicamente che chi vuole rinnovare un partito non può accettare
l’idea che i voti appartengano a qualcuno che se li porta appresso,
ora a destra, ora al centro, ora a sinistra,
· domandarsi
chi siano questi “amici” di Pomicino, e con quali mezzi e a che
prezzo un ex politico che non conta più nulla da 25 anni “controlla”
ancora uno stock di elettori,
·
infine dovrebbe
rifiutarli pubblicamente, per motivi di decenza, ma soprattutto di
convenienza politica. Se qualcuno, di bocca buona e di stomaco forte
era tentato di tornare a votare Pd per l’arrivo di Zingaretti, e la
fuoriuscita di Renzi, ora ne sarà dissuasa dalla notizia del
sostegno di Paolo Cirino Pomicino, che, per quanti voti controlli,
non basteranno mai a superare quelli che farà perdere col suo
abbraccio mortale.
·
Soprattutto ora che la
questione morale è tornata in auge col caso Siri, le retate da Nord
a Sud e il trionfale ingresso della famiglia Genovese nella Lega
siciliana. Tutte ottime occasioni per segnare la distanza di una
nuova sinistra da Salvini, che imbarca di tutto e non butta via
niente.
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