Ha fatto il giro del mondo la foto della slitta tirata da
cani che viaggia in mezzo all’acqua in
Groenlandia,
dove prima c’era uno strato di ghiaccio. Contemporaneamente,
il National
Snow and Ice Data Center
ha diffuso i dati di un improvviso aumento della
velocità di
fusione
del ghiaccio in Groenlandia. Cosa sta succedendo? Ci
dobbiamo preoccupare?
La risposta è che sì, ci dobbiamo preoccupare, anche se non
per questo evento in particolare. La perdita di
ghiaccio
in Groenlandia del 17 giugno è stata di circa 4 Gt (gigatonnellate,
ovvero miliardi di tonnellate).
E’ stato un fenomeno anomalo, certamente, ma simili perdite
si erano già viste nel 2012, anche se non così presto nella
stagione estiva. Possiamo comparare questo dato con la massa
totale della
calotta
di ghiaccio della Groenlandia che si stima come 2,5 milioni
di Gt.
Ovvero, la perdita di un giorno è stata circa un milionesimo
del totale. Sappiamo che ci vuole la fusione di circa 400 Gt
di ghiaccio per alzare il
livello del mare
di un millimetro e,
secondo un articolo recente, la perdita totale di
ghiaccio dalla Groenlandia dal 1972 a oggi ha contribuito
per circa 14 millimetri. E’ chiaro che a questi ritmi non
rischiamo di vederci arrivare addosso uno
tsunami
a breve scadenza.
Ma, come dicevo, c’è comunque da preoccuparsi. Sapete la
storia di quello che era caduto dal 20esimo piano di un
palazzo? Pare che le sue ultime parole prima di schiantarsi
sul marciapiede siano state “fin qui, tutto bene”.
Con il
cambiamento climatico è un po’ la stessa
cosa. Fin qui, tutto bene: per ora non sta succedendo niente
di spaventoso in Groenlandia o altrove. Il problema è se
prima o poi andremo a schiantarci contro l’equivalente
climatico di un marciapiede.
E’ certo che
la calotta di ghiaccio della Groenlandia si sta fondendo
per effetto del
riscaldamento
globale e non solo, e si sta fondendo a
ritmi sempre più rapidi. Se la calotta sparisse
completamente causerebbe un aumento medio del livello dei
mari di almeno 6 metri. Questo per non parlare della
possibilità della fusione dei ghiacci antartici: in quel
caso si parla di qualcosa come 60 metri di aumento del
livello del mare.
Qualcosa del genere potrebbe davvero succedere?
Non è impossibile:
la Terra è stata priva di calotte glaciali per lunghi
periodi nella sua storia passata, quelle attuali hanno
cominciato a formarsi qualche decina di milioni di anni fa.
Non che oggi ci aspettiamo di vedere sparire di nuovo le
calotte glaciali a breve scadenza, ma sappiamo che la
liquefazione del ghiaccio alla base della
calotta ha un effetto lubrificante che fa fluire il ghiaccio
più velocemente, generando perdite ben più importanti di
quelle che derivano dalla fusione superficiale. Se le
calotte dovessero subire una perdita considerevole del loro
volume nei prossimi decenni, le conseguenze sarebbero
spaventose:
perdita di suolo fertile, migrazioni di massa, abbandono dei
porti e delle città costiere e altri effetti, tutti
spiacevoli.
Nessuno può dire quando la fusione dei ghiacci continentali
potrebbe cominciare a farci gravi danni, anche se possiamo
ragionevolmente sperare che non succeda niente in tempi
brevi.
Ma l’accelerazione
del cambiamento climatico la vediamo non solo con i ghiacci
continentali ma in tutti i campi, in particolare con le
temperature
medie terrestri. L’ondata di calore che ci sta arrivando
addosso in questi giorni è solo un altro episodio di un
processo in continuo movimento.
Con il riscaldamento globale, abbiamo messo in moto forze
gigantesche che si stanno cominciando a manifestare e che si
manifesteranno sempre di più nel futuro.
Ma, per il momento, continuiamo a pensare che i nostri
piccoli litigi quotidiani siano più importanti.
L’episodio di fusione dei ghiacci di giugno è apparso
brevemente sui media ma
è stato subito dimenticato.
Dovremo aspettare che ci arrivi veramente addosso uno
tsunami prima di renderci conto dei danni che stiamo
facendo?