L’Università di Messina
ha detto “niet”.
Nelle ultime ore il
rettore dell’ateneo, dopo averla concessa, ha deciso di negare
l’aula alla conferenza di Aleksandr Dugin, il filosofo di estrema
destra (Repubblica lo definisce “filo nazista”) che tra poche ore
parlerà all’Hotel Pestalozzi.
Il dietrofront si deve
soprattutto alla reazione della Fiap, la Federazione italiana delle
associazioni partigiane indignata per la presenza dell’ideologo di
Putin nell’ateneo.
«È il caso di ricordare
- scrive la Fiap - che si tratta di un personaggio inquietante che
teorizza il cosiddetto neo-eurasiatismo, vale a dire la costruzione
di un blocco politico e strategico imperniato sulla Russia in aperta
antitesi ai valori dell’Occidente democratico e liberale.
Nemico dichiarato di
Israele, si nasconde dietro quell’antisionismo che, per molti
elementi dell’estrema destra, serve spesso a celare un sostanziale
antisemitismo.
Si richiama apertamente
al filosofo razzista e fascista italiano Julius Evola ed in Russia
ha costituito gruppi politici denominati 'nazionalbolscevichi', il
cui contrassegno era la bandiera del Terzo Reich con al centro lo
stemma sovietico in versione nera, al posto della svastica».
Mentre in Italia monta
la polemica, Lugano russa. Non nel senso geografico, ma in questa
sonnacchiosa Pentecoste non si avvertono per il momento segnali di
protesta.
La stessa Polizia
comunale di Lugano alla nostra domanda se è stato previsto un
particolare dispositivo risponde di rivolgersi ai colleghi della
Cantonale. Qualcuno, ricorderà forse, un anno fa, il blitz in un
locale pubblico, il Tra, dove discutevano le donne del collettivo
“Io l’8 ogni giorno” in vista dei preparativi allo sciopero del 14
giugno.
Intanto qualche
interrogativo lo solleva pure la presenza al Pestalozzi dell’altro
relatore Alberto Micalizzi, incensata star del movimento anti euro
con una condanna per truffa alle spalle (è soprannominato il “Madoff
della Bocconi”).
Ad organizzare la
conferenza luganese è l’associazione Fratria (il tour di Dugin nel
suo complesso è invece promosso da REuropa, associazione legata -
scrive la Stampa - al neofascismo italiano).
Cosa è Fratria? Il loro
sito in costruzione espone solo il simbolo, un albero a chioma in
giù ad evidenziare le radici. Un simbolo e un motto, ripreso da
quello del Duca di Montefeltro, “Officium natura docet”, ossia “La
natura insegna cosa fare”.
Ossia, forse, che le
piante sradicate poi seccano. |