Piu' che
semplice opportunista, lo definirei un trasformista. E’ una
figura classica della politica italiana, l’abilita’ di
adeguarsi alle situazioni contingenti non e’ merce rara.
Illustri predecessori, da Mastella da Ceppaloni a Luigi
Campagna, da Linda Lanzillotta a Benedetto Della Vedova,
veri maestri dei “cambi di casacca”: il record e’ di 10
cambi in carriera (Campagna).
In realta’ temo
che la situazione odierna celi ben altro e francamente sono
abbastanza preoccupata da questo.
Il trasformismo
dei politici di lungo corso era finalizzato principalmente
ad un’affermazione del personaggio stesso, con l’intenzione
di cercare uno spazio politico, e quindi di potere, per sé.
Il trasformismo
di Salvini e’ qualcosa di piu’. Usa strumenti modernissimi
per la propria affermazione; la figura politica che ha
creato, servendosi di abili professionisti, soddisfa i
desideri e le speranze di un vasto pubblico, ovviamente
cavalcando l’onda della rabbia e usando qualsiasi strumento.
Il traguardo che si prefigge e’ semplicissimo: arrivare
primo, incarnarsi nella soluzione alla polemica elaborata
artificiosamente da un dubbio gia' presente nell'animo del
pubblico.
Il tutto eliminando l’intermediazione, sempre con il
contatto diretto. Poi guadagnare consensi, fidelizzarli,
canalizzare nel proprio seguito anche gli oppositori, fin da
principio costretti a lottare su un terreno a loro ostile.
Risultato di questa strategia: il popolo non desidera altro
che Salvini.
La regola e’
sempre solo una:
che se ne parli, bene o male, purché se ne parli.
Per un partito
o un personaggio politico, si potrebbe pensare che
l’immagine da dare non possa essere in minima parte
negativa. Non è ammissibile presentarsi come il cattivo
esempio.
Ma Salvini
riesce sempre a trasformare in positivo un feedback
negativo. Basta che nei social siano già stati predisposti
gli algoritmi per poterlo mettere a tacere e trasformarlo in
qualcos’altro.
Oggi il
ministro dell’Interno è il politico più seguito in Italia e
in Europa, ma è anche uno dei più criticati e controversi.
Non è un controsenso:
più l’opposizione è intensa, più sale il consenso, sia di
Salvini sia agli argomenti da lui proposti.
Non importa
quanto montati ad arte essi siano. Non passa giorno senza
che Salvini scateni questa o quella polemica, ma ognuna di
esse è combattuta sul
terreno predisposto in anticipo.
Preoccupante e’
il proliferare di piccoli, ma significativi, eventi.
Ad esempio la
giovane che ha chiesto a Salvini mentre facevano un selfie:
“Allora non siamo piu’ terroni di … ?” che ha avuto come
immediata reazione da parte di forze di polizia il sequestro
violento del telefono e la cancellazione del filmato.
Oppure la
rimozione dello striscione a Brembate “Non sei il
benvenuto”, operato dai Vigili del Fuoco su esplicita
richiesta della Questura.
E ancora il
fatto accaduto, credo, ieri a Torino dove, riporto il post
(omettendo alcune parti contenenti volgarita’). C’e’ anche
il filmato che dimostra quanto viene detto:
"Mio figlio
Davide e la sua ragazza oggi in piazza a contestare
pacificamente e democraticamente il vostro ministro del
(...) Prima malmenati, poi portati via con la forza da
poliziotti in borghese. Davide chiuso in una camionetta,
foto segnalato, messo sotto interrogatorio. E' tornato a
casa da poco, con segni evidenti sul corpo. Venite adesso,
se avete le palle, a dirmi che siamo in democrazia!"
L'ultima, ma
non per importanza, la chiusura di 23 pagine di Facebook
italiane accusate di non meglio precisate "fake news" e
"messaggi di odio.
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